LA PROCLAMAZIONE A COMUNE E L'ANNESSIONE A MONTOPOLI

Alla fine del 1700 il Castello di Bucciniano versava nuovamente in un grave stato di crisi economica: i suoi abitanti sostenevano di non poter pagare le tasse, poiché le uniche entrate erano date dallo scarso reddito prodotto dagli erbaggi, e tale situazione fu comunque tollerata dal governo Pontificio.

Durante tutta la prima metà dell'800 il castello di Bucciniano fu appodiato (frazione) di Poggio Mirteto, e solo nel 1853 divenne finalmente comune autonomo: il primo sindaco del nuovo Comune di Bocchignano fu Francesco Giordano.

All'epoca della proclamazione a comune la sua popolazione ammontava a 374 anime, 82 delle quali risiedevano in campagna, mentre le famiglie erano 92  e fra di esse spiccavano per importanza quelle dei Giordani e dei Guadagni.

Le abitazioni erano 82, la chiesa parrocchiale, dedicata a S. Giovanni Battista, era dotata di un piccolo organo, e nel paese esistevano un commerciante di ferro, una bottega di merci diverse, un forno, una pizzicheria, un macello, una rivendita di sale e tabacchi, dei calzolai e dei carrettieri, un medico, due mole ad olio dei Giordani, una dei Guadagni, una dei Mazzatosta.

L'autonomia di Bocchignano era però destinata a durare poco, poiché dopo il 1861, anno dell'unità d'Italia, i governi piemontesi batterono cassa per pagare i debiti contratti durante le guerre di indipendenza, e le argomentazioni di Bocchignano, che avevano convinto lo Stato Pontificio, non convinsero i Ministeri di Quintino Sella e di De Pretis.

E così,  il 9 maggio 1880, con un Decreto firmato dal Presidente del Consiglio Agostino Depretis, il nobile ed antico Castello di Bucciniano, dopo mille anni di gloriosa storia, perdeva la propria indipendenza per diventare frazione di Montopoli di Sabina.

     

 

 

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