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L'ASSEDIO DEI VITERBESI E LA DISTRUZIONE DEL CASTELLO
Nell'estate del 1235 il Castello
di Bucciniano visse una delle pagine più tristi della sua gloriosa storia,
quando subì l'assedio dell'esercito dei Viterbesi, capitanato dal
Cardinale Raniero Capocci, il quale con le sue truppe cinse d'assedio il
castello su incarico del Papa Gregorio IX, il quale sospettava che i
castelli sabini fossero fedeli all'imperatore Federico II che egli aveva
scomunicato.
Fra le mura del castello la
popolazione si sentiva al sicuro: le riserve di acqua e di viveri erano ai
massimi livelli, di armi ce ne erano in abbondanza, ma i buccinianesi non
avevano tenuto in conto il genio militare del Capocci, maestro nell'arte
della guerra.
Infatti, Bucciniano, seppur fornito di
strutture salde e inespugnabili, era posto in posizione più bassa rispetto
alle alture circostanti, dalle quali si poteva agevolmente osservare
l'interno del castello e studiarne i punti deboli.
Il Capocci si rese dunque conto che
lanciando dalle colline circostanti dardi infuocati, e colpendo i tetti di
paglia delle abitazioni, in poco tempo il castello si sarebbe acceso come
una torcia, e purtroppo così fu.
Era una calda ed assolata giornata di
luglio, quando si incendiarono quasi contemporaneamente tutti i i tetti di
paglia e legname presenti nella Civita, le cataste di legname accumulate
negli orti, i pagliai ed i mucchi di fieno presenti nelle Cellugne, e a
nulla valsero i tentativi di spegnere gli incendi utilizzando la grande
riserva d'acqua accumulata, poiché la pioggia di frecce infuocate era
incessante, e non appena un incendio si spegneva queste lo riaccendevano di
nuovo.
Tutto era in fiamme, non restava altro
che arrendersi, e così i buccinianesi, umiliati, stanchi, ustionati,
videro il loro castello espugnato per l'ennesima volta e dovettero
chiedere pietà ai vincitori.
Le condizioni della resa furono
durissime: i capi furono deportati, il ponte levatoio venne smantellato,
le tre cinta di mura rase al suolo in più punti, saccheggiata e devastata
la rocca, incendiati case e palazzi, proibizione assoluta di ricostruire
le mura e le case.
Fu così che il castello di Bucciniano,
nonostante i tentativi di ricostruirlo fatti dai signori di Catino
Alberto, Angelo, Giovanni e Luca di Sant'Eustachio intorno al 1250, i
quali dovettero desistere a seguito della emanazione di una Bolla di Papa
Urbano IV del 13 luglio 1264, rimase diroccato ed in balia di chiunque per
oltre cinquanta anni.
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