LA RICOSTRUZIONE ED IL GOVERNO DI MATTEUCCIO
La situazione di degrado e di
abbandono del castello di Bucciniano perdurò sino agli inizi del 1300,
quando un nobile romano, Processo Rossi, ottenuto il permesso,
procedette alla ristrutturazione del castello.
Nel 1334 al Rossi succedette alla
guida del castello suo figlio Matteuccio, il quale, avendo studiato a Roma,
era tanto ben addestrato nelle armi quanto preparato nel diritto.
Appena insediatosi nel castello Matteuccio Rossi,
con l'aiuto del notaio Callisto De Amico,
presentò all'abate Arnaldo, il quale era stato suo compagno di scuola a
Roma, un esposto
nel quale rivendicava al Castello di Bucciniano i diritti esclusivi su parte del territorio
dell'ex castello di Tribuco, quei diritti concessi in perpetuo dalla vecchia Bolla di
Papa Adriano IV.
Matteuccio nella sua istanza dimostrò
l'autenticità di quella bolla, la quale era stata emanata da un papa e non
da un antipapa, e
quindi era ancora pienamente valida.
L'Abate Arnaldo, il quale era il
massimo rappresentante
del papa in Sabina, non poté far altro che prendere atto della situazione,
e così, il primo
giugno del 1345, nella sua residenza di Montopoli sottoscrisse l'atto di riconoscimento a
Bucciniano dei territori del Tribuco.
Matteuccio occupò immediatamente i terreni incolti
e quelli non occupati, e li divise in appezzamenti che furono distribuiti
fra i buccinianesi che ne fecero richiesta per dedicarsi all'agricoltura,
mentre per quelli occupati o coltivati da altri egli riconobbe i diritti
dei possessori, sino alla scadenza dei relativi contratti, dopo di che i terreni
dovevano essere restituiti a Bucciniano, oppure doveva essere stipulato un
nuovo contratto con il Castello.
Quella di Matteuccio fu un'epoca
felice per il Castello di Bucciniano: mura e torri vennero restaurate,
furono costruiti case e palazzi in sostituzione delle capanne bruciate, e
la giustizia fu saggiamente amministrata: Matteuccio era un uomo saggio e
mite, amico del popolo e per questo amato dal popolo, ma purtroppo la vita
terrena non è eterna e anche Matteuccio dovette abbandonare questa terra.
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